Tempio dei Dioscuri
Il suo aspetto attuale è il risultato di una ricostruzione eseguita dalla Commissione di Antichità della Sicilia avvenuta tra il 1836 e il 1852, la quale utilizzò elementi di edifici di epoche diverse.
Ancora oggi la denominazione di questo tempio è considerata una convenzione: infatti, fin dai primi scavi, venne messa in discussione la sua associazione con il mito dei due argonauti. Tra i primi a manifestare questa perplessità ci fu l’architetto provinciale Saverio Bentivegna, il quale segnalò al Prefetto di Girgenti che il pavimento rinvenuto durante gli scavi non era di un tempio ma di “qualche altro pubblico edificio, e probabilmente il foro” perché, rifacendosi ad un detto di Cicerone, “non lungi dal tempio di Giove olimpico vi era il foro” [Complesso archivistico: Prefettura di Agrigento, Intendenza e atti della Prefettura di Girgenti 1827-1887 b. 482 14]. In un altro resoconto degli interventi fatti nel tempio di Giove, Bentivegna ipotizzò che i capitelli e i pezzi di fusti di colonne ritrovati sotto i piani dell’edificio appartenessero in realtà al tempio dei Dioscuri.
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Gli altri punti di interesse nello stesso percorso
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Museo Archeologico Regionale Pietro Griffo
Nel 1867 venne ritrovato un vaso e consegnato al Museo Comunale di Girgenti.
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Tempio di Demetra
Il crescente fascino per le antichità classiche alimentò il traffico illecito dei reperti storici, che venivano venduti ai collezionisti privati o al re stesso in cambio di una ricompensa.
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Tempio di Ercole
Nel 1834 la Commissione di Antichità e Belle Arti di Palermo avviò i primi interventi di restauro del Tempio di Ercole, o Tempio di Eracle.
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Tempio di Giove
Il Tempio di Giove, o Tempio di Zeus, è un’importante testimonianza della diversa sensibilità che le persone hanno mostrato nel corso del tempo nei confronti del sito archeologico agrigentino.